La piattaforma Amiga, nonostante i passati sviluppi, aveva sempre più
bisogno di essere aggiornata in modo da poter competere con i PC ed i
Macintosh dell'epoca. ECS aveva apportato pochi cambiamenti sostanziali e il
gap tecnologico, già avvertito prima dell'uscita di Amiga3000,
risultava ormai insostenibile. Commodore a tal scopo stava lavorando ad un
prototipo di nuovi chip custom e ad un nuovo modello Amiga.
Nel Settembre del 1992, pochi mesi dopo la commercializzazione dell'Amiga600
fu annunciata al World of Commodore di Pasadena la produzione
dell'Amiga4000. L'Amiga4000 era costruito attorno ad un nuovo
chipset a 32bit denominato AGA (Advanced Graphics Architecture) che
offriva alte risoluzioni ed introduceva la nuova
modalità HAM8 con cui era possibile visualizzare fino a 256.000
colori (24bit) sullo schermo. Il tutto era controllato dalla nuova versione
3.0 di AmigaOS. Tale versione fra l'altro vide i primi passi verso
la nascita di un sistema grafico indipendente dai chip custom, sempre
più difficili e costosi da aggiornare. Fu in quest'ottica che la casa
madre fece forti resistenze alla diffusione delle specifiche di accesso
diretto ai chip custom, cercando (vanamente) di indurre i produttori ad usare
le librerie grafiche del Sistema Operativo.
Con Amiga4000 Commodore scelse di ripercorrere la stessa strategia
commerciale affrontata con l'Amiga2000 e l'Amiga500, presentando il modello
di punta come macchina professionale dalle alte prestazioni.
Alla fine del 1992 fu quindi commercializzato il corrispettivo modello Amiga
di "fascia bassa", anch'esso basato sulla tecnologia AGA ed
equipaggiato con AmigaOS3.0:
Amiga1200. Amiga1200 riuscì a guadagnare la stessa popolarità
del vecchio Amiga500. Tuttavia, a causa degli errori passati, Commodore era
in serie difficoltà economiche. Per tentare di affrontare la crisi nel
1993 fu commercializzata una nuova macchina AGA, questa volta indirizzata al
mercato delle console: l'AmigaCD32.
AmigaCD32, basato su Amiga1200, fu la prima console a 32bit. Il sistema
utilizzava un lettore CD ed era anche in grado, acquistando un apposito
modulo hardware, di visualizzare film in formato MPEG-1 e VideoCD.
Tuttavia i diversi titoli in uscita per AmigaCD32 non presentavano
particolari migliorie rispetto alle versioni prodotte in precedenza per
Amiga1200. A peggiorare le cose fu anche una tassa imposta a Commodore
per poter importare negli Stati Uniti le proprie macchine, in quanto
l'azienda risultava infrangere alcune leggi statunitensi.
Questi problemi frenarono la diffusione dell'AmigaCD32, comportando ingenti
perdite economiche a danno di Commodore. All'inizio del 1994, comunque, la
Commodore stava già progettando un nuovo chipset (il fantomatico AAA)
e realizzando l'aggiornamento alla versione 3.1 per AmigaOS. Era inoltre in
fase di ultimazione di modello Tower dell'Amiga 4000.
Purtroppo nell'Aprile del 1994, dopo che già alcune succursali locali
erano crollate sotto il peso dei debiti, Commodore andò in
liquidazione volontaria chiudendo i battenti. Per una triste coincidenza
pochi mesi dopo Jay Miner, il padre della piattaforma Amiga, morì in
ospedale a causa delle complicazioni di una malattia di cui soffriva da
tempo. Le cause del fallimento Commodore furono molteplici. Sicuramente
il calo di vendite degli Amiga, incalzati da prodotti più evoluti, e
la politica di gestione interna fatta di scelte di mercato sbagliate e troppo
affrettate, nonché lo scarso interesse degli amministratori,
più preoccupati dai loro interessi che dell'intera società e
del suo risanamento.
L'Amiga AGA e AmigaOS3.0
Con la commercializzazione nel 1992 di Amiga4000 esordirono
il chipset AGA (Advanced Graphics Architecture) e la terza revisione
di AmigaOS. Il chipset AGA presentava, al posto dei chip FatAgnus e
SuperDenise, i nuovi chip Alice e Lisa.
Alice gestiva il doppio della banda della memoria a disposizione rispetto a
FatAgnus, mantenendo le principali caratteristiche di quest'ultimo.
Lisa gestiva 256 colori simultanei da una palette di 24bit in tutte le
risoluzioni disponibili. Ciò rappresentò un'importante
novità visto che in precedenza il numero di colori era inversamente
proporzionale alla risoluzione scelta. Inoltre in ogni risoluzione video
poteva essere utilizzato HAM8 che, con limiti simili a quelli di HAM,
consentiva la visualizzazione di 262144 colori, ovvero una profondità
colore di 24 bit. Lisa offriva tre classi di risoluzioni: bassa risoluzione,
alta risoluzione e super alta risoluzione. Tali risoluzioni potevano essere
visualizzate sia in modalità 15Khz (supportata dai televisori), sia in
modalità 31Khz (il minimo per i monitor). Purtroppo nei nuovi modelli
Amiga era assente un flicker fixer hardware dell'Amiga3000 in grado di
portare a 31khz anche le risoluzioni minori e ciò rendeva comunque
necessario l'acquisto di uno dei sempre più rari monitor
"dedicati ad Amiga" in grado di agganciare anche i 15Khz.
Amiga4000 venne commercializzato in diverse versioni, con processori Motorola
68030 e Motorola 68040. La memoria RAM era espandibile fino a 16MB attraverso
slot SIMM; inoltre erano presenti uno slot per CPU (che si trovava su una
scheda figlia a parte), quattro slot di tipo ZorroIII e tre slot di tipo
PCATT, oltre alle normali porte seriale, parallela, ecc...
Amiga4000 includeva inoltre i chip custom Bridgette (nient'altro che un bus
buffer integrato) e Gayle che fungeva da controller IDE. Nell'Amiga4000
infatti la tecnologia SCSI adottata sul predecessore Amiga3000 era stata
soppiantata dalla più economica IDE, per altro meno performante
perché all'epoca non basata su DMA ma totalmente a carico del
processore. Su Amiga4000 per giunta il processore era penalizzato dalla
pessima gestione dell'accesso alla memoria di sistema da parte della scheda
figlia su cui si trovava (la A3640). Il risultato di tale sfortunata
combinazione fu che le prestazioni dell'hard disk di Amiga4000 erano
molto insoddisfacenti, cosa che frenò l'upgrade da parte dei
possessori di Amiga3000 e disincentivò gli altri.
L'Amiga1200 fu prodotto con il processore Motorola 68020, includendo tutte le
principali caratteristiche che avevano reso famoso il modello Amiga500 ed
integrando una porta PCMCIA, un controller IDE ed una porta per una scheda di
espansione. Erano inoltre presenti il chip custom Budgie, con funzione di bus
controller, e l'ormai noto chip custom Gayle.
L'AmigaCD32, interessante prodotto che portò la tecnologia Amiga nel
mercato delle console, era equipaggiato da un lettore CD ed un Joypad. Esso
anticipò quella che poi sarebbe stata la famiglia delle console a
32bit con lettore CD, consacrata dall'uscita della Playstation di Sony.
AmigaCD32 montava uno speciale chip custom chiamato Akiko deputato alla
conversione hardware tra grafica planare e grafica "chunky". La
grafica planare, adottata sin dall'inizio da Amiga, rendeva semplice sia la
manipolazione di oggetti grafici sullo schermo, sia azioni come lo
spostamento degli "schermi" di AmigaOS. La grafica di tipo
"chunky", invece, era particolarmente adatta alla manipolazione di
grandi quantità di pixel tipica dei giochi 3D. Akiko fu implementato
appunto per aprire alla console Amiga le porte della nascente rivoluzione dei
giochi tridimensionali in soggettiva. Ricordiamo che quelli erano gli anni di
Wolfstein e Doom, titoli che cambiarono radicalmente il mondo dei
videogiochi.
Per quanto riguarda AmigaOS, nella versione 3.0 furono introdotte molte
novità sia tecniche sia concettuali.
Graficamente la GUI di AmigaOS acquistò uno stile sempre più
tridimensionale grazie ai sensibili miglioramenti apportati a GadTools ed
ASL.
Fecero il loro esordio ufficiale la localizzazione (un meccanismo standard
per offrire la traduzione in diverse lingue del Sistema Operativo e dei
programmi di terze parti), CrossDOS (un software che rendeva disponibile al
Sistema Operativo il supporto in lettura di filesystem "alieni"
come il FAT di MS-DOS), la tecnologia dei Datatype (un sistema modulare
espandibile che consentiva ai programmi che lo sfruttavano l'accesso a
numerosi tipi di file) e MultiView (un programma di sistema che attraverso
l'uso dei Datatypes permetteva la visualizzazione di numerosi formati di file
video e audio).
Anche AmigaDOS subì numerose migliorie. Fra le altre, il filesystem
vide il supporto per gli hard e soft link, nonché la gestione dei
blocchi adibiti alla cache per le directory che permise di creare la
modalità di formattazione DCFS (DirectoryCachingFileSystem), utile per
velocizzare l'accesso ai dati posti su floppy disk. Venne infine migliorato
il formato ipertestuale Amigaguide, presente da AmigaOS2.1 e utilizzato per i
file di documentazione del Sistema operativo e dei programmi di terze
parti.
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